In tema di applicabilità di misure di sicurezza all’imprenditore pericoloso

07 September 2017
La Corte di cassazione, con la sentenza depositata in data settembre 2017 n. 40522, ha confermato la legittimità della misura della sorveglianza speciale nonché della confisca dei beni nei confronti di un amministratore di società, indagato per usura e per dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, utilizzate per occultare i movimenti di denaro connessi alle vicende usurarie. Secondo la Suprema Corte, infatti, l’imputato si sarebbe dedicato per un lungo periodo di tempo ad attività di reato, svolte in modo sistematico e professionale, lucrando ingenti profitti dall’evasione fiscale, realizzata mediante il noto sistema delle cd. società cartiere e con il ricorso a  strutture apparentemente lecite, e dalla concessione di prestiti a tassi usurari. Tali condotte manifestano la "pericolosità sociale” richiesta dal D.Lgs. 159/2011, non esclusa dall’incensuratezza del soggetto e dalla mancanza di legami con la criminalità mafiosa.

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