Tassata la rinuncia del credito da parte del socio

17 August 2016
La tesi del cosiddetto "incasso giuridico” (presunzione che le somme che si devono incassare e alle quali si rinuncia sono comunque soggette a ritenuta da parte della società e a tassazione per il percettore che ha rinunciato), già sostenuta dall’agenzia delle Entrate, viene confermata dalla Cassazione con la recente sentenza 1335 co/2016. 
La rinuncia del socio al credito correlato a redditi imponibili per cassa è, infatti, una modalità di patrimonializzazione della società con incremento del costo fiscale della partecipazione detenuta dal socio, da cui deriva la necessità di applicare le imposte sulla rinuncia. 
Possono verificarsi effetti asimmetrici in fatto di tassazione: la rinuncia del socio comporta la tassazione in capo alla persona fisica e d’altra parte la società non deduce tale compenso in quanto non è avvenuto l’effettivo pagamento. Pertanto, ad esempio, se un socio rinuncia al compenso per la carica di amministratore deve essere assoggettato a tassazione il credito oggetto di rinuncia, con obbligo della società di effettuare le relative ritenute mentre invece in caso di rinuncia all’indennità di fine rapporto degli amministratori l’indennità è dedotta dalla società per competenza. 

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